XXCO diventa un libro, anzi due: entro inizio dicembre sarà edito il primo dei due volumi che raccoglieranno tutte le 366 schede quotidianamente pubblicate.
La prima parte proporrà le schede degli edifici dal 1900 al 1945, corredate da introduzioni, approfondimenti, cartine, bibliografia e indici.
Ovvero: l’eclettismo e il revivalismo di inizio secolo, gli esperimenti modernisti, l’affermazione dello stile razionalista coi capolavori della metà degli anni Trenta, la lunga durata di modelli più moderati, la seconda generazione del Movimento Moderno, fino alla tragedia della seconda guerra mondiale e alla rinascita della Liberazione.
Un modo di leggere la storia del Novecento attraverso gli edifici.
Comincia oggi l’ultimo mese di XXCO: trentuno schede in tutto, con gli ultimi edifici scelti. Ma non preoccupatevi, non sono né rimasugli, né saldi di stagione.
La prova è nella scheda odierna, dedicata a uno degli edifici più interessanti degli anni Trenta lariani, per quanto marginale rispetto alla prevalente linea dell’avanguardia razionalista. La villa è in posizione panoramica ma al tempo stesso appartata, e quindi difficilmente visibile; ciononostante, non può mancare in un percorso che voglia documentare le diverse anime dell’architettura nel periodo tra le due guerre.
Fabio Cani
Villa Campanini
Mino Fiocchi, architetto
1936-1938
Como, via Bignanico 65
stato: parz. visibile – ben conservata
La villa, in straordinaria posizione panoramica a mezza costa del colle di Cardina, deriva della radicale ristrutturazione di un edificio tardo ottocentesco, trasformato in un semplice blocco parallelepipedo coperto da tetto a falde. Lo stile adottato riprende i modelli storici, ma la semplificazione è tale, che gli elementi richiamano un clima quasi metafisico, evidente soprattutto nell’originaria disposizione della fronte verso il lago, con doppia loggia a trifora, duplicata nei terrazzamenti del giardino sottostante da una sorta di nicchia a serliana. La stessa rarefazione compositiva è adottata nell’allestimento del giardino, articolato in una serie di ripiani.
Nel dopoguerra, dopo il cambio di proprietà, l’edificio è stato ristrutturato su progetto di Luigi Caccia Dominioni, mentre il giardino è stato ridisegnato dal paesaggista Pietro Porcinai (1957-1961).
Scarica la scheda in formato PDF, clicca qui
Articoli correlati:
XXCO_334: Un ponte sull’orrido