XXCO diventa un libro, anzi due: entro fine novembre sarà edito il primo dei due volumi che raccoglieranno tutte le 366 schede quotidianamente pubblicate.
La prima parte proporrà le schede degli edifici dal 1900 al 1945, corredate da introduzioni, approfondimenti, cartine, bibliografia e indici.
Ovvero: l’eclettismo e il revivalismo di inizio secolo, gli esperimenti modernisti, l’affermazione dello stile razionalista coi capolavori della metà degli anni Trenta, la lunga durata di modelli più moderati, la seconda generazione del Movimento Moderno, fino alla tragedia della seconda guerra mondiale e alla rinascita della Liberazione.
Un modo di leggere la storia del Novecento attraverso gli edifici.
A testimonianza della grandissima varietà dei risultati del Razionalismo (contrariamente all’opinione comune, spesso ribadita, che gli edifici moderni “sono tutti uguali”) sta l’edificio di oggi, l’ultimo dei capolavori del periodo tra le due guerre, anzi: ormai con un piede dentro la seconda guerra mondiale.
Un edificio talmente ricco che ogni ulteriore approfondimento ne scopre qualche nuovo aspetto, e talmente complesso che di volta in volta viene ritenuto l’apice della stagione razionalista lariana o l’inizio del suo declino.
In ogni caso, senza addentrarsi in complicate analisi (obiettivo che questo percorso nel Novecento comasco non si pone), la potenza narrativa di questo edificio risulta evidente anche a un primo sguardo, semplicemente girandogli attorno. Guardarlo e cercare di capire come funziona è tutt’uno.
Fabio Cani
Casa Giuliani Frigerio
Giuseppe Terragni, architetto
1939-1940
Como, viale Fratelli Rosselli 24, via Campo Garibaldi, viale Sinigaglia
stato: visibile – ben conservata
L’edificio, l’ultimo realizzato da Terragni e ultimato quando già era stato richiamato sotto le armi (grazie alla stretta collaborazione con Luigi Zuccoli e Renato Uslenghi), evidenzia il superamento del Razionalismo “classico” degli anni precedenti, con un impianto decisamente più articolato, una struttura portante (calcolata dall’ingegnere Uslenghi) aperta a maggiori sperimentazioni e un utilizzo assai più espressivo delle facciate.
La casa per residenze e negozi è formata da un pianterreno con le luci di vetrina su un solo lato (verso via Campo Garibaldi), due piani superiori (ciascuno con tre appartamenti su livelli sfalsati) e un terzo ad attico con un grande appartamento (anch’esso ad altezze differenziate); tale configurazione si riflette sulle facciate esterne in schemi fluidi: solo in quella posteriore (verso viale Sinigaglia) si trovano sequenze di finestre a nastro, mentre sulle altre tre si incontrano gruppi di aperture di vari formati, con balconi, sporgenze e rientranze, schermature e telai.
Tale situazione ha dato luogo all’interpretazione della casa Giuliani Frigerio come esempio di manierismo razionalista, dove il rapporto fondativo tra forma e funzione è già stato in buona misura superato (il sintomo di tale atteggiamento viene individuato nelle balaustre vuote sospese, inserite per continuità visiva). D’altra parte la sperimentazione contenuta in questo edificio apre ai successivi sviluppi dell’architettura, con una forte ricerca di innovazione tipologica nel settore delle residenze e con l’esplicito rifiuto di omologazione rispetto al dettato funzionalista.
La casa, all’origine isolata in mezzo a Campo Garibaldi, soffre oggi della vicinanza dei più imponenti edifici circostanti, ma è tuttora abbastanza ben conservata.
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