Una breve sequenza di spazi ecclesiastici si apre con una chiesa degli anni Trenta, solo parzialmente aperta alle istanze di rinnovamento dell’architettura del periodo.
Come si è già avuto modo di notare, l’architettura religiosa sembra per molto tempo quasi impermeabile alle novità moderne, e solo dopo il concilio Vaticano II, e dunque a partire da un’istanza interna al mondo ecclesiale, si assisterà a una serie di sperimentazioni formali e strutturali. Da un certo punto di vista, quindi, l’edificio di oggi può essere considerato quasi il massimo della modernità sopportabile in ambito liturgico nel periodo tra le due guerre.
Fabio Cani
Chiesa di Sant’Abbondio
Ugo Zanchetta, architetto
1931-1933
Limido Comasco, viale delle Rimembranze
stato: visibile – visitabile – ben conservata
Edificata all’inizio degli anni Trenta su progetto dell’architetto Zanchetta, lungamente attivo al servizio della diocesi milanese, la chiesa di Sant’Abbondio evidenzia la compresenza di alcune istanze di rinnovamento e di elementi monumentali e tradizionalisti. A navata unica, coperta all’interno da volta a botte (con l’ultima campata a padiglione), presenta all’esterno un’immagine molto austera con paramento di mattoni a vista, segnato dalle fasce orizzontali di marmo bianco; sopra il basamento sporgente delle cappelle laterali si innalza una serie di archi di rinforzo, allusione agli archi rampanti delle chiese antiche.
La decorazione all’interno, un po’ cupo, è stata compiuta nel dopoguerra da Camillo Dossena (ultimata nel 1954) e poi modificata da Alberto Bogani nel presbiterio.
La chiesa è stata consacrata nel 1933 dall’arcivescovo di Milano Ildefonso Schuster.
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