XXCO: L’ARCHITETTURA NEL TERRITORIO COMASCO DURANTE IL XX SECOLO
Inizio una breve serie sul fondamentale passaggio tra eclettismo, modernismo e razionalismo con quella che fu una vera e propria “bestia nera” per i giovani architetti d’avanguardia del tempo, tanto da meritarsi il dubbio onore di finire sul Tavolo degli orrori compilato da Pietro Maria Bardi, ispiratore e teorico del Razionalismo italiano. Da un certo punto di vista, l’edificio di oggi rappresenta il culmine di una cultura disposta a sacrificare economia e funzione all’apparenza e alla retorica.
Fabio Cani
Sede delle Poste Italiane
Eugenio Linati, ingegnere, Giuseppe Stampa, ingegnere
1913-1926
Como, via Gallio 6
Stato: visibile – visitabile – ben conservata
L’edificio sede delle Poste Italiane, inizialmente previsto come elemento cardine del rinnovamento edilizio e urbanistico del centro storico, e in particolare del quartiere della Cortesella, viene poi realizzato all’esterno della città murata, sul viale che collega il centro alla stazione delle Ferrovie dello Stato.
Progettato già prima della guerra, viene lungamente differito (tanto che si perde memoria di uno dei progettisti, l’ingegner Linati)e ultimato solo alla metà degli anni Venti, quando ormai il suo stile magniloquente e storicistico è ritenuto del tutto sorpassato.
Dal punto di vista dell’articolazione funzionale, l’edificio si presenta come un organismo a corte coperta (dove sta il salone degli sportelli), circondato da ali di uffici. La lunga facciata, con le decorazioni scolpite da Pietro Clerici, è movimentata da due leggeri aggetti laterali.
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