XXCO: l’architettura nel territorio comasco durante il XX secolo
La scheda di oggi è, almeno per me, frutto di una sorpresa assoluta: un’altra villa sul Dosso di Lavedo, proprio poco sopra a quella di Ico Parisi, pubblicata ieri, a cui non avevo mai prestato attenzione, fino al momento in cui l’ho “scoperta” grazie a una fortuita e tortuosa triangolazione tra libri, web e sopralluoghi.
È, da una parte, il sintomo di quanto ci sia ancora da scoprire sul territorio, come ho cercato di mettere in evidenza ripetutamente, ma, dall’altra, è anche l’esempio dell’elevata qualità architettonica che si è espressa nel territorio lariano, anche in decenni recenti, anche al di fuori delle scuole conosciute o riconosciute.
Fabio Cani
Villa per vacanze
Werner Wirsing, architetto, Grete Wirsing, architetta
1958-1960
Lenno, Dosso di Lavedo
Stato: visibile dal lago – ben conservata
La villa, insediata a mezza costa sul versante meridionale del Dosso di Lavedo, è raggiungibile solo con un viottolo pedonale, ma è affacciata su un amplissimo panorama.
È costituita da un unico grande locale, sollevato dal terreno per mezzo di quattro pilastri allineati sulla mezzeria del rettangolo di base; verso il lago il locale è aperto da una serie continua di finestre, mentre sugli altri lati è chiuso da pannelli di legno che lasciano solo una bassa finestratura a nastro appena sotto la gronda; è parzialmente suddiviso all’interno da pareti che non toccano i muri perimetrali. Il semplice tetto è a due falde.
Di disegno essenziale, e perfettamente inserita nel contesto paesaggistico, grazie anche ai materiali usati (legno, vetro, pietra locale), la villa dei due architetti tedeschi è un esempio, in parte ispirato ai modelli di Le Corbusier, di rinnovamento radicale della villa di vacanza.
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