titolo | Plinio il Vecchio |
sottotitolo | L’eredità di un illustre comasco scrittore, naturalista, ammiraglio |
autore | Luigi Picchi |
editore | NodoLibri |
formato | Libro |
genere | Saggistica (Biografie, Letteratura e Critica, Scienze, Storia) |
collana | ViteOpere, 1 |
pagine | 246 |
pubblicazione | 2018 |
Plinio il Vecchio, l’uomo biblioteca, amò una sola donna, la Natura, che divenne ben presto la sua musa, e poi amò l’Impero, Roma e scrisse, scrisse perché nulla andasse perduto. Così la Naturalis Historia sin da subito è diventato un libro fondamentale per la cultura occidentale, prima di tutto per gli scienziati, gli storici e gli eruditi, ma poi anche per i poeti, gli oratori, i pittori, gli artisti in genere che attraverso Plinio hanno sognato, immaginato e conosciuto il mondo. Infatti la natura descritta da Plinio è una natura inevitabilmente mediata dall’immaginazione e trasfigurata dalla fantasia e la conoscenza scientifica è soprattutto basata su letture ed esperienze altrui (solo qualche volta è il risultato di osservazioni dirette).
Plinio, l’antico “guru” ed il patriarca del sapere enciclopedico, quasi un personaggio “borgesiano”, è ancora un amico con cui trascorrere lunghi e tranquilli pomeriggi o silenziose notti in una vecchia biblioteca, sognando e immaginando il mondo come un giardino ariostesco o come un labirinto da Il nome della rosa. Questo è il Plinio più coinvolgente, quello, cioè, che non ha solo lo sguardo freddo e distaccato dello “scienziato”, ma anche lo sguardo incantato e meravigliato del “poeta”, aperto quindi allo stupore verso la misteriosa bellezza dell’universo. Oggi un sapere enciclopedico come quello di Plinio è improponibile, però ciò non toglie che la Naturalis Historia continui ad essere un’opera leggibile e godibilissima.